estratto da:
La Gioia G. , 2009 - La migrazione primaverile dei rapaci a Capo d'Otranto.
Edizioni Publigrafic, Trepuzzi (LE): 1-88
© 2009 Osservatorio Faunistico - Provincia di Lecce
Premessa
Tra i siti italiani, rilevanti per il monitoraggio della migrazione dei rapaci diurni, compare anche Capo d’Otranto (Tab. 2). Per questo sito il primo studio organico risale al 1989 (Gustin 1991, Gustin & Pizzari 1998) sebbene l’importanza di tale area fosse nota da tempo. Infatti già ne “Il Birdwatching in Italia” (Lombatti 1996), stampato in Italia nel 1996, ma traduzione di un libro inglese di diversi anni prima, si parla dell’importanza primaverile di questo sito come punto di osservazione delle migrazioni. Successivamente allo studio condotto da Gustin, sebbene anche altri autori ne rimarchino l’importanza (Agostini 2002, Zalles & Bildstein 2000, Corso & Cardelli 2004), è stato effettuato un solo altro studio (Premuda et al. 2004) che però ha coperto un periodo di soli 5 giorni nel 2002 e 10 nel 2003.
L’area, nel suo complesso, oltre ad avere un grande valore paesaggistico e naturalistico in senso generale (Pratesi & Tassi 1986, Sigismondi & Tedesco 1990, Lega per l’Ambiente & Cooperativa Hydra 1993, Albano et al. 1994, Pace, 1997, Marchiori et al. 1998, Marchiori et al., s.a.). è anche nota come area di svernamento di specie di uccelli acquatici (Baccetti & Serra 1994) e come punto di osservazione per uccelli marini (Blomdahl 2003). La stessa è inserita in una Zona di Ripopolamento e Cattura ed in un Oasi di protezione, è stata individuata come Important Birds Areas (Gariboldi et al 2000) e recentemente è stata parzialmente inclusa nel perimetro di un Parco naturale regionale “Costa Otranto - S. Maria di Leuca e Bosco di Tricase.
Gli studi e le numerose osservazioni personali effettuati prima dell’avvio del presente progetto lasciavano ancora irrisolti alcuni problemi: la fenologia migratoria dei rapaci in migrazione primaverile nel Salento, una corretta stima della loro consistenza numerica, le strategie migratorie delle specie in transito con particolare riferimento alle rotte seguite e all’uso dell’area.
Al fine di acquisire maggiori informazioni possibili sul transito migratorio primaverile dei rapaci a Capo d’Otranto si è ritenuto necessario utilizzare un punto di osservazione per l’intero periodo di studio dei due anni di ricerca e di adottare altri punti di osservazione, oltre a quello principale, per cercare di aggiungere ulteriori informazioni che chiarissero il quadro del fenomeno (Figura 1). Tali punti di osservazione secondari sono stati utilizzati soprattutto nel 2006, però in maniera saltuaria e non sempre continuativa. Sono stati anche impiegati ulteriori punti di rilevazione al di fuori dell’area di studio, sia lungo la costa orientale che occidentale della Penisola Salentina, senza un disegno sperimentale particolare.
Si è ritenuto di utilizzare come punto di osservazione principale quello individuato da Gustin (1989 e 1991), mentre, come punti secondari, di utilizzare quello scelto da Premuda et al. (2004) insieme ad altri individuati nel corso della ricerca. La preferenza nei confronti del punto di osservazione individuato da Gustin, posto a circa 5 km a sud di Otranto e a circa 1,5 km ad ESE di Capo d’Otranto (40° 06’ N – 6° 02’ E) è stata dettata da una maggiore visuale rispetto altri punti individuati nell’area. Infatti esso ha tutte le caratteristiche di un view-point naturale che permette di osservare gli uccelli contemporaneamente in tre direzioni (E, O e S) e di identificare, a buona distanza, sia le specie in transito lungo la costa, sia quelle provenienti dall’interno (Gustin 1991). Questo punto di osservazione si trova, infatti, al confine tra un’estesa pianura ed un modesto altipiano con vista nei quadranti S e SO verso il mare (distante circa 750 m) e SE, E e NE verso l’entroterra. |
Le osservazioni sono state effettuate di norma dalle ore 7-8 alle 16-17, se le condizioni ambientali lo permettevano e con l’ausilio di idonei strumenti ottici: binocoli da 7 a 10 ingrandimenti e cannocchiali da 20 a 60 ingrandimenti.
Nel punto di osservazione principale, utilizzato anche da Gustin (1989), sono state compiute osservazioni sia nel 2005 che nel 2006, rispettivamente dal 1/3 al 25/5 e dal 15/3 al 25/5; nel 2005 non sono state eseguite osservazioni per motivi tecnici il 22/4 ed il 9/5, mentre il periodo di osservazione del 2006 è stato effettuato ininterrottamente. Complessivamente sono state effettuate 1.346,5 ore di osservazione in 154 giorni con un numero medio di ore/giorno pari a 8,89 ± 1,33.
Il punto di osservazione secondario, precedentemente individuato da Premuda et al. (2004), è stato utilizzato solo per un breve periodo di tempo nel 2006, mentre quelli saltuari sono stati impiegati per periodi di tempo molto limitati a seconda della necessità contingente di capire gli spostamenti dei rapaci in transito. Sono state eseguite osservazioni dal 22/4 al 15/5/2006, ad eccezione dei giorni 23 aprile, 8, 12 e 13 maggio, per un totale di 20 giorni e di 120 ore complessive di osservazione realizzate in orari compresi tra le 7 e le 18 con un numero medio di ore/giorno pari a 5,75 (d.s. 2,20, valore minimo 1, valore massimo 10).
Sono stati considerati migratori solo gli esemplari che sono stati seguiti fino alla scomparsa della vista, mentre non sono stati valutati in migrazione gli esemplari visti in caccia e/o che si trattenevano nell’area di studio per periodi lunghi senza una direzione determinata (ad eccezione di quelli in volteggio) o che si posavano.
Per l’analisi della fenologia si è preferito raggruppare le osservazioni raccolte nel corso del progetto in periodi standard di 5 giorni secondo lo schema per pentadi (Berthold, 1973) anche se in alcuni casi si è preferito utilizzare le decadi, considerate in questo caso come il raggruppamento di due pentadi consecutive.
Risultati - Punto di osservazione principale
Totali
Nel periodo di osservazione due sono stati i giorni per ciascun anno
(01/03/05, 04/03/05 e 06/04/06, 11/04/06) in cui non sono stati avvistati
rapaci; mentre il numero massimo di rapaci avvistati in un solo giorno è stato
147 nel 2005 e 63 nel 2006; si sono effettuate registrazioni di rapaci per 3.009
esemplari: 1.791 nel 2005 e 1.218 nel 2006; la media giornaliera di rapaci
avvistati è molto simile tra i due anni, rispettivamente 21,84 e 17,40, ma le
deviazioni standard molto elevate indicano grandi differenze di presenze tra i
vari giorni. Inoltre sono stati avvistati esemplari appartenenti
complessivamente a 21 specie di rapaci, 19 nel 2005 e 16 nel 2006 ed una
sottospecie (Poiana delle steppe Buteo b. vulpinus).
Per le considerazioni effettuate nel capitolo relativo alla metodologia non tutti gli esemplari avvistati, però, sono stati considerati in migrazione. Complessivamente la percentuali di esemplari considerati in migrazione rispetto al totale degli avvistamenti giornalieri è pari a circa il 60%, circa 57% nel 2005 e 64% nel 2006. Questa percentuale varia molto tra le specie osservate: è molto alta in alcune specie tanto da arrivare al 100% mentre è molto bassa in altre, soprattutto Gheppio e Grillaio. La specie più numerosa è risultata essere il Falco pecchiaiolo seguito dal Falco di palude, rispettivamente con 524 e 486 esemplari in migrazione nei due anni di studio. Discreti numeri raggiungono anche il Grillaio, l’Albanella minore ed il Falco cuculo, seguiti da Albanella pallida e Nibbio bruno. Per il Grillaio, comunque, il numero riportato probabilmente non è del tutto realistico (si veda apposita descrizione della specie).
2005 |
2006 |
Totale |
||||
n. migratori | % sul totale | n. migratori | % sul totale | n. migratori | % sul totale | |
Falco pecchiaiolo | 367 | 97,35% | 157 | 90,23% | 524 | 95,10% |
Falco di palude | 251 | 69,34% | 235 | 71,43% | 486 | 70,33% |
Grillaio | 137 | 23,50% | 123 | 43,77% | 260 | 30,09% |
Albanella minore | 111 | 47,84% | 101 | 59,76% | 212 | 52,87% |
Falco cuculo | 56 | 62,92% | 83 | 64,84% | 139 | 64,06% |
Albanella pallida | 27 | 44,26% | 17 | 43,59% | 44 | 44,00% |
Nibbio bruno | 21 | 100,00% | 21 | 80,77% | 42 | 89,36% |
Poiana codabianca | 9 | 81,82% | 2 | 15,38% | 11 | 45,83% |
Albanella reale | 9 | 100,00% | 1 | 100,00% | 10 | 100,00% |
Poiana | 3 | 50,00% | 7 | 100,00% | 10 | 76,92% |
Lodolaio | 5 | 100,00% | 4 | 30,77% | 9 | 50,00% |
Aquila minore | 5 | 55,56% | 3 | 75,00% | 8 | 61,54% |
Poiana delle steppe | 6 | 75,00% | 6 | 75,00% | ||
Pellegrino | 4 | 57,14% | 2 | 100,00% | 6 | 66,67% |
Sparviere | 1 | 100,00% | 2 | 100,00% | 3 | 100,00% |
Falco della regina | 2 | 100,00% | 2 | 100,00% | ||
Falco pescatore | 2 | 66,67% | 2 | 66,67% | ||
Gheppio | 1 | 1 | ||||
Lanario | 1 | 100,00% | 1 | 100,00% | ||
Smeriglio | 1 | 100,00% | 1 | 100,00% | ||
Aquila anatraia minore | 1 | 100,00% | 1 | 100,00% | ||
Circus sp. | 10 | 62,50% | 3 | 37,50% | 13 | 54,17% |
Grillaio/Gheppio | 19 | 55,88% | 3 | 100,00% | 22 | 59,46% |
Falco sp. | 13 | 41,94% | 1 | 100,00% | 14 | 43,75% |
Buteo sp. | 2 | 100,00% | 2 | 100,00% | ||
Rapaci non identificati | 5 | 100,00% | 14 | 100,00% | 19 | 100,00% |
TOTALE | 1.066 | 56,79% | 782 | 64,20% | 1.848 | 59,71% |
Fenologia
Come detto il numero di esemplari avvistati ed in migrazione è variato molto nei giorni di osservazione, ma anche l’analisi delle osservazioni raggruppate per pentadi mostra un andamento alquanto irregolare nello stesso anno e diverso tra gli anni. |
Il periodo di presenza nell’area di studio cambia considerevolmente tra le specie e varia da 1 giorno, per le specie avvistate una sola volta, agli 81 giorni del Falco di palude. Ad eccezione dell’Albanella reale di cui si è osservata solo la coda della migrazione, per tutte le altre specie il periodo di osservazione è stato adeguato per monitorarne la migrazione censendo la maggior parte degli esemplari in transito nell’area. |
Direzione del flusso migratorio
Complessivamente, nei due anni di studio, sono state registrate 1.721 direzioni di avvistamento e 1.585 di svanimento che determinano un vettore medio rispettivamente di ca. 236° e 22°. Tali direzioni hanno una distribuzione uniforme (Rayleigh test dell’Uniformità, p = 0,00) e sono relativamente concentrati determinando una lunghezza del vettore medio di 0,58 e 0,44, rispettivamente per l’avvistamento e lo svanimento; risultano inoltre statisticamente differenti.Il confronto tra le distribuzioni delle direzioni di avvistamento e svanimento delle specie più numerose ha evidenziato alcune differenze e similitudini: in generale sembra esserci una certa somiglianza all’interno del genere Circus così come una netta differenza tra il Falco pecchiaiolo e le altre specie.